Abbazia Santa Maria di Pulsano
A circa 10 km da Monte Sant’Angelo, immersa nella natura incontaminata, sorge l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano. Luogo di monaci, anacoreti e cenobiti, orientali e latini, è un bellissimo esempio di romanico pugliese. Qui dove il tempo si ferma, nel silenzio delle valli, santi uomini si dedicarono alla vita ascetica e contemplativa. Intorno all’Abbazia, infatti, incastonati nella roccia, sono disseminati 24 eremi, collegati tra loro da una rete di stradine e sentieri scoscesi.
Eretta nel VI secolo per volere del monaco-papa San Gregorio Magno, l’Abbazia fu ribattezzata “Santa Maria di Pulsano” da San Giovanni da Matera, che nel suo cammino di fede trovò qui il luogo in cui edificare la casa della Madre di Dio. Dalla testimonianza di vita di San Giovanni Abate nacque l’Ordine degli Eremiti Pulsanesi detti anche gli “Scalzi”. L’Abbazia nelle forme attuali, gravemente danneggiate da un sisma nell’anno 1646, fu voluta dal beato Gioele.
Oggi il monastero è custodito dalla nuova comunità monastica di Pulsano.
La chiesa ha un’unica navata che termina in una cavità naturale, che custodisce l’icona della Madonna Odigidria di Pulsano. Al suo interno è conservato uno dei pochi altari bizantini ancora presenti in Italia, consacrato da papa Alessandro III.
L’Abbazia, inoltre, ospita una biblioteca di 17 mila volumi e una scuola di iconografia bizantina.
Nel 2010, l’Abbazia con i suoi eremi si è aggiudicata il primo posto nel censimento del Fondo Ambiente Italiano “I luoghi del cuore da salvaguardare”. La Puglia bizantina e cattolica trova in questo luogo, dove la liturgia orientale e quella latina tornano a convivere, la sua culla naturale. Chiunque voglia sperimentare la pace di un luogo fuori dal tempo, troverà qui ciò che desidera.