Il Santuario di San Michele Arcangelo
Dal 25 giugno 2011 le tracce longobarde del Santuario di San Michele Arcangelo sono iscritte nella Lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità tutelati dall’UNESCO nell’ambito del sito seriale “I LONGOBARDI IN ITALIA. I LUOGHI DEL POTERE (568-774 d.C.)” “Terribilis est locus iste/Hic domus dei est/ et porta coeli” (Terribile (che incute timore) è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del cielo). Queste parole solenni, incise nella pietra, accolgono i visitatori al Santuario di San Michele Arcangelo.
Tutto iniziò 1500 anni fa, quando tre successive apparizioni dell’Arcangelo Michele sul Monte Gargano (490 detta “del toro”, 492 detta “della vittoria” e 493 d.C. detta “della dedicazione”) spinsero i fedeli ad erigere un Santuario in suo onore.
Meta di pellegrinaggi ininterrotti, la Celeste Basilica accoglie ogni anno migliaia di persone da tutto il mondo che giungono in questo luogo, alla ricerca di un profondo conforto spirituale.
Il Santuario, costituito da una grotta naturale e da un complesso di costruzioni sovrapposte in epoche e periodi successivi, ha una tale importanza storico architettonica che nel 2011 è entrato nella lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità tutelati dall’UNESCO, come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia, i luoghi del potere (568-774 d.C.)”. La prestigiosa rivista americana National Geographic, inoltre, nel 2014 ha inserito la Grotta dell’Arcangelo Michele tra le dieci Grotte Sacre più belle al mondo, l’unica italiana presente in classifica. Il Santuario ha una struttura a due livelli. Al livello superiore, una torre di 27 metri si protende verso il cielo e con il suono delle sue campane avvolge l’intera città. È un campanile ottagonale, la “Torre Angioina”, costruito sulla pianta di Castel del Monte di Andria. Superato il portale d’ingresso, gli 86 gradini della scalinata scendono alla cosiddetta “Porta del Toro”. Lungo il percorso, le tracce e i segni dei pellegrini sono ancora visibili, incisi nella pietra. Eccoci al livello inferiore. Attraversate le Porte di Bronzo, fuse a Costantinopoli nel 1076, accediamo alla navata angioina. Al centro della Basilica si apre l’imponente e ascetica Grotta di San Michele Arcangelo, una vera e propria caverna dalla volta rocciosa, che ospita l’altare maggiore e la statua di San Michele in marmo di Carrara. Scendendo ulteriormente, possiamo ammirare il “Santuario Alto Medioevale”, le Cripte Longobarde, che conserva le iscrizioni dei duchi di Benevento. I Longobardi, infatti, ne fecero il loro Santuario nazionale. Nel Medioevo, questo luogo faceva parte dell’itinerario di redenzione spirituale noto come “Homo, Angelus, Deus”: un percorso che prevedeva la visita alle tombe dei Santi Pietro e Paolo a Roma e a San Giacomo di Compostella in Spagna (Homo), all’Angelo della sacra Spelonca di Monte Sant’Angelo (Angelus) e infine ai luoghi della Terra Santa (Deus). Nel corso dei secoli, insieme ai pellegrini giunti da ogni parte del mondo, una lunga serie di papi ha visitato il Santuario dell’Arcangelo sul Gargano. L’ultimo è stato Papa Giovanni Paolo II nel 1987. Il Santuario custodisce due musei: il Museo Devozionale e il Museo Lapidario, che, con le Cripte Longobarde, costituiscono il polo Musei TECUM (TEsori del CUlto Micaelico).